Il numero di questo mese, mi ha fatto desiderare di poter prendere 1 a 1 tutti gli albi di Dampyr, inclusi il maxi e gli speciali e di posizionarli in ordine numerico su una libreria posizionata nel soggiorno del mio futuro appartamento che vedo nella mia mente.
Come fossi Prigioniero di un sogno, come appunto il titolo del numero di gennaio 2010.
Soggetto e sceneggiatura: Luigi Mignacco
Disegni: Alessandro Baggi
Copertina: Enea Riboldi
Disegni: Alessandro Baggi
Copertina: Enea Riboldi
Harlan va a Boston, negli Stati Uniti, chiamato e avvertito da una vecchia conoscenza, ovvero la psicanalista Stacy che ha fatto la conoscenza a suo malgrado dei vampiri in un precedente episodio. Così coscia della loro esistenza nel nostro mondo.
Non sa esattamente se i fatti strani che coinvolgono un palazzo della città, richiamano gli esseri della notte o altri nemici.
Cosa accade in un palazzo al centro della città, abitato da numerosi inquilini? Tra cui Stacy ha in cura uno di loro.
Qualcosa legato ai sogni che fanno i condomini, ai loro sogni che sembrano essere così veri, così tanto da contattare un analista che abita nello stesso palazzo.
Sembra curarsi dei loro sogni, o meglio incubi popolati da mostri, così paurosi dai quali chiunque vorrebbe svegliarsi, ma se i mostri fossero ancora tra noi?
E' una storia di paura, la paura stessa è il cuore di tutto quello che accade in questo condominio, che sembra trovarsi in un luogo dove c'è una connessione fra un piano di realtà aliena e il nostro.
I sognatori, sono ossessionati e tormentati da incubi svolti in ambienti del loro stesso palazzo, nei corridoi, su per le scale, nelle cantine e nelle soffitte, vedono mostri e vampiri attratti da loro, o forse da qualcosa che hanno loro...
Ritornano da svegli sugli stessi luoghi osservando i muri, cosa è successo dopo?
L'Analista e condomine del palazzo che ha in cura i sognatori, nasconde un segreto... le entità sono capaci di leggere nel pensiero e di prendere l'aspetto di chiunque o di quello che ci fa più paura.
La paura è la chiave e gli incubi ne sono il nutrimento.
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