Saturday, March 28, 2009

Zlatá Ulička "Il vicolo d'oro"

...il Vicolo d'Oro di Praga è una delle strade più pittoresche della città. La storia di questo vicolo è iniziata quando re Rodolfo II ordinò la costruzione di case, dai colori accesi, agli archi delle mura del castello come residenza delle 24 guardie del regno.
In seguito in queste case si trasferirono gli artigiani e i gioiellieri della corte e Infine gli alchimisti, i quali diedero il nome al vicolo.

Il vicolo d'oro viene anche chiamato la strada delle magie, ma è solo una leggenda, una delle tante che avvolge Praga ma non toglie nulla al fascino di questo vicoletto che quasi si perde nella maestosità del Castello di Praga.
Famoso appunto per essere il vicolo degli alchimisti, che passavano le notti e i giorni alla ricerca di formule magiche, la più importante della quale doveva trasformare il ferro in oro.
Le case sono piccolissime, quasi minuscole. In alcune il tetto è alto poco più di un metro; uguale larghezza ha anche la strada.
In una di queste casette, per l'esattezza al numero 22, viveva Franz Kafka.

Perciò nel 1800 inizia a diffondersi la leggenda degli alchimisti del vicolo d'oro. L'imperatore Rodolfo II li avrebbe portati lì durante il suo regno per fargli trovare l'elisir di lunga vita e la formula magica per trasformare i metalli poveri in oro. Il Vicolo d'Oro divenne, quindi, una dei luoghi demoniaci di Praga, uno dei tanti che le ha conferito questa faccia leggendaria di città misteriosa e abitata da presenza sovrannaturali. La leggenda del Vicolo d'Oro si è diffusa anche grazie alle opere d'arte. Ad esempio, Gustav Meyrink scrisse nel suo Golem: "Ero capitato nel vicolo dei fabbricatori d'oro, in cui i medievali adepti dell'alchimia avevano arroventato per secoli la pietra filosofale e avvelenato i raggi lunari".
In realtà non è tutta leggenda: l'imperatore Rodolfo II era appassionato di arti magiche, da molti considerato un folle. Amava invitare al Castello gli esperti di alchimia ed è documentato che accolse alla corte boema due famosi "stregoni" inglesi, come John Dee ed Edward Kelley.

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