Tuesday, April 28, 2009

Racconti Horror

Dylan Dog n°44: Riflessi di morte. Il mio primo albo della Bonelli ad aver letto. Allora frequentavo la 5 elementare, quindi avevo 10 anni, forse un po troppo piccolo per tutto quel sangue, ma fu quel numero a risvegliare in me, l'amore per i fumetti specialità horror.
Ma solo nel 2000, la mia sete di sangue è diventata astinenza.
Dampyr creato da Mauro Boselli & Maurizio Colombo. Pura adrenalina di azione mischiata con letteratura e racconti horror, seguiti da reali leggende folckloristiche di ogni paese dove vengono sceneggiate le avventure.
Irrompe sulla vita quotidiana, sconvolgendone la realtà percettiva. Il racconto horror alimenta le paure radicate nell'inconscio dell'essere umano: morte, buio, luoghi inesplorati, mistero. Alle volte deformando le convinzioni presenti nelle fedi religiose.
Alle volte ricava gran parte della sua attrattiva dall'effetto suspence che si genera spontaneamente nel lettore, dopo che questi è stato messo brutalmente a confronto con le sensazioni più forti ed estreme, così da far apprezzare con sollievo il ritorno alla normalità, insinuando dubbio o senso di attesa circa gli sviluppi narrativi.
Elemento irrinunciabile è la presenza di componenti soprannaturali, senza le quali il racconto, potrebbe essere catalogato nella sezione dei gialli.
Nel corso dei decenni, la narrativa horror è venuta a caratterizzarsi mediante figure come:Fantasmi, Vampiri, Demoni, Stregoni, Licantropi, Zombie.
Facendo leva sulle ossessioni comuni e le fobie più diffuse. Angoscia, Violenza, Dolore. In un racconto horror che pur essendo di natura inventiva ovvero di fantasia, affascina e coinvolge la partecipazione voluta da qualcuno... che ha scritto e sceneggiato, la nostra storia.
Stimolando la nostra voglia di cercare la diversità e l'allontanamento per alcune ore dalla solita, comune, vecchia realtà.
O forse la realtà davvero nasconde qualcosa che riteniamo pura fantasia ma che si annida invece negli angoli bui del nostro piccolo, reale, mondo.
"Dentro di noi vivono ancora gli angoli bui, i passaggi misteriosi, le finestre cieche, i sudici cortili, le bettole rumorose e le locande chiuse.
Oggi passeggiamo per le ampie vie della città ricostruita, ma i nostri passi e gli sguardi sono incerti. Dentro tremiamo ancora come nelle vecchie strade della miseria...Svegli, camminiamo in un sogno, fantasmi noi stessi di tempi passati..."
Così disse Franz Kafka mentre passeggiava con l'amico Gustav Janouch nel nuovo quartiere liberty di Praga.

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